Per quanto la nostra società sia sempre più attenta alla salute e al benessere della persona, si riscontra ancora un po' di resistenza e di confusione circa le motivazioni che possono portare un individuo a rivolgersi allo psicologo.
Anche la persona con più risorse, in certi periodi della propria vita, può attraversare momenti di difficoltà e avvertire l'esigenza di un sostegno psicologico. Non sempre è facile capire quando è possibile superare da soli i propri momenti di crisi; a volte ci si sente tristi, inadeguati, incapaci di trovare una soluzione ai propri disagi personali, familiari o lavorativi. Ciò non significa che sia necessario rivolgersi allo psicologo ogni volta che ci si senta abbattuti, preoccupati o non compresi: una certa quota di sofferenza fa parte della condizione umana, e in quanto tale, è ineliminabile. Essa, anzi, costituirà in alcune circostanze un'occasione di crescita.
Ci si può rivolgere allo psicologo, allora, quando si sente che questa "quota di sofferenza" è di impedimento al normale scorrere della vita, quando si sente di non avere alternative o vie di fuga.
Quando si ha la percezione di non riuscire a scegliere, di vedere il mondo "sempre dalla stessa prospettiva" e di soffrire per questo, può essere utile chiedere aiuto.
Una consulenza psicologica può costituire un'importante occasione per individuare il problema e poter così definire l'intervento più funzionale a guardare il mondo "da un'altra prospettiva", trovando alternative fino ad allora impensate.